Dopo il 16 ottobre 2011

Come tutti sanno, ormai il blog di Beppe non potrà più contenere post e articoli scritti di suo pugno.

Beppe è caduto dalla parete Nord del Cervino, alle 7.30 di domenica 16 ottobre 2011. 
La scivolata è stata fatale. Da allora il tempo per Rossella e noi familiari si è fermato. 

Siamo certi che tutti coloro che hanno conosciuto Beppe lo ricorderanno per la sua straordinarietà. Ringraziamo tutti quelli che in qualche modo ci sono stati vicini in questi giorni, è stato bello avere così tante testimonianze di lui e del suo entusiasmo.

Tra i vari messaggi, ce n'è uno, rivolto ai genitori, che vorremmo riportare, poichè ci sembra quello che rappresenta meglio l'animo di Beppe:

"Un tempo quelli come vostro figlio erano chiamati cavalieri, in oriente samurai. Oggi non hanno più un nome. Ne sono rimasti ormai pochi. Non sembrano appartenere alla schiera degli uomini qualunque. 
Di certo crescendo Beppe, ve ne sarete accorti. 
Questi uomini sanno farsi travolgere dalle passioni. Molti di loro non sanno resistere al richiamo delle cime. I loro occhi sono più limpidi, più profondi, eppure trasparenti. Come se il riflesso delle pareti, delle creste e dei canaloni fosse rimasto impresso per sempre nel loro sguardo. 
Il loro entusiasmo li spinge lontano, così lontano da non poterli più abbracciare. Così in alto da non poterli più raggiungere.
La gente che, come me, ha voluto bene a vostro figlio, e l'ha ammirato, non lo dimenticherà mai. Anche le montagne si ricordano dei loro figli più belli. E in certi giorni di tempesta li chiamano a sedere, immortali, sulle loro cime.
Lì Beppe starà per sempre. 
Lì lo ritroveremo ogni volta che guarderemo una vetta incappucciata di nubi."

M.P.

18 commenti:

  1. No se quien leera estas letras ni se quienes sois los que teneis acceso a este blog, padres, mujer,hijos o amigos de Beppe. Yo soy Alfons Valls, Guia de alta montaña en el Pirineo y quizas una de las ultimas personas que coincidio con Beppe en la montaña. Cene y dormi en el refugio Horli la noche anterior a su caida en la paret norte del Cervino. Mi compañero de cordada y yo hablamos con Beppe sobre ilusiones, proyectos y recuerdos de montaña, nos pareció una persona especial llena de energia y entusiasmo hacia su pasión la montaña. Por la mañana nosotros ibamos por delante en la pared y de pronto y de forma inesperada vimos a Anello y Beppe precipitarse por la parte baja de la pared. La pared se volvio triste y hostil. Tengo 52 años y sin duda esta caida es una de las peores experiencias vividas en la montaña. Pensad en Beppe, seguro que estaria feliz de haber llegado a la cumbre con nosotros. Los alpinistas nos agarramos a la vida con toda la fuerza de nuestras manos y pies y devoramos hambrientos lo mejor de la naturaleza y la condición humana. No se como porque no soy creiente pero seguro que en algun rincon del universo Beppe seguira intentado alcanzar sus cumbres soñadas. Mi mas profundo conduelo para familiares y amigos. Tengo unas fotos no muy buenas de la noche anterior en la cabaña Horli. Os las puedo mandar. Mi email es: alvalls@hotmail.com Espero que alguien os pueda tarducir estas palabras al italiano. Un abrazo
    Alfons

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  2. TRADUZIONE COMMENTO DI ALFONS VALLS

    Non so chi leggerà queste parole e nemmeno so chi sono quelli che gestiscono questo blog, genitori, moglie, figli o amici di Beppe.
    Io sono Alfons Valls, guida di alta montagna e forse una delle ultime persone che ha conosciuto Beppe in montagna.
    Ho cenato e dormito nel rifugio Horli la notte prima che cadesse dalla parete nord del Cervino.
    Il mio compagno di cordata ed io parlavamo con Beppe su sogni, progetti e ricordi di montagna, ci sembrava una persona speciale piena di energia ed entusiasmo riguardo la sua passione "la montagna".
    La mattina noi eravamo davanti la parete e all'improvviso ed inaspettatamente abbiamo visto Anello e Beppe cadere dalla parte bassa della parete.
    La parete diventò triste ed ostile.
    Ho 52 anni e senza dubbio questa caduta è una delle peggiori esperienze vissute in montagna.
    Penso a Beppe, di sicuro sarebbe stato felice
    arrivare in cima con noi.
    Noi alpinisti ci aggrappiamo alla vita con tutta la forza delle nostre mani e piedi e divoriamo affamati il meglio della natura e della condizione umana.
    Non so come e perché non sono credente ma di sicuro da qualche parte nell' universo Beppe continuerà a cercare di arrivare alle sue vette sognate.
    Le mie profonde condoglianze ai famigliari ed amici.
    Ho alcune foto,non sono uscite tanto bene, della sera precedente nel rifugio di Horli.
    Ve le posso mandare.
    La mia e-mail è alvalls@hotmail.com
    Spero che qualcuno possa tradurre queste parole in italiano.
    Un abbraccio.
    Alfons

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  3. PEPPINIEL

    Questo è il mio personalissimo ricordo dell’amico “Beppe Chiaf”.

    Amico Beppe, forse è troppo poco il tempo trascorso dalla tua partenza per questo ultimo lunghissimo viaggio (ti penserò in qualche aeroporto del mondo ad aspettare i sacconi stracarichi di materiale da scalata che si sono smarriti per lidi lontani), ma non riesco ancora bene a “metabolizzare”perché la tua vita si sia spezzata così tra gli elementi naturali che meglio conoscevi ed amavi. La neve e il ghiaccio sullo scivolo iniziale della via, la roccia in quel maledetto buco dopo la scivolata, dentro il buio fuori la luce con l’Anello ad aspettarti. Forse una roccia ti ha tradito là sotto, mi ripeto ancora forse…(quanti forse), quell’insieme minerale che nessuno di noi avrebbe mai pensato potuto arrivare a tanto dopo le migliaia e migliaia di volte che l’hai coccolata e nella tua etica mai maltratta e violata brutalmente, rispettata sempre. La fine forse è iniziata proprio dalla neve e dal ghiaccio più infidi del minerale puro, ma con i quali avevi una dimestichezza ed una conoscenza paragonabile a quella per il tuo mestiere e agli attrezzi del tuo lavoro nella vita di tutti i giorni. Magari una scarica piovuta dall’alto di tutti questi elementi messi insieme ti ha strappato da quelle due picozze rimaste lassù ammutolite, ma questo credo non lo sapremo mai. La luce e la vita fuori sul ghiacciaio ormai quasi piatto e tranquillo e un amico che aspettava sconvolto di poterti solo riabbracciare, in contrasto violento con il buio della crepaccia che ti ha inghiottito. Proprio il buio che avevi apprezzato in quegli anni sereni quando indossavi con noi speleo, tuta, casco ed acetilene e l’oscurità allora s’illuminava nelle esplorazioni sotterranee.
    Ricorderò con piacere immenso le innumerevoli volte che ci siamo legati insieme. E RICORDERO’ANCORA: la tua bocca aperta in un sorriso incredulo sotto la stupenda fessura rettilinea di oltre 40 metri su Watermelon Crack, a cui non credevi sino all’ultimo, pensando fosse una delle solite “bibbate”, al Coster dell’Orso di Tredenus. Alla base del Caporal in Valle dell’Orco, quando insegnavi “al vecchio Bibo” come fasciarsi le mani con il tape e le mie successive imprecazioni perché comunque le fessure erano lo stesso dolorosissime per me, mentre tu salivi leggerissimo e supportato “dai tuoi braccioni” da idraulico e da una tecnica sopraffina per quelle stramaledette crepe. Sotto lo Scoglio di Boazzo dopo l’apertura dell’ennesima via nuova, quando eri seduto tra i miei tre bimbi e giocavi con loro, …ora diventati uomini. Il nome di quella nuova cascata a destra di Futura in Val Daone, l’Ultima Purificazione, scelto perché pochi giorni dopo avresti portato all’altare la tua Rossi. Sempre in Daone, quasi per caso e in allegra compagnia l’apertura dell’enorme candelone ghiacciato che porterà per sempre uno dei tuoi soprannomi, la Chandelle Peppiniel. La mia gioia nel rivedervi scendere dal Coster di sinistra della Val Salarno sotto il diluvio universale e la bufera dopo l’apertura della via dedicata al Seve, bagnati come due pulcini tu e il Pota. Padre e Padrone, una delle prime vie di misto moderno della Val Adamè, dedicata al primogenito del Luca Bord appena nato.
    Un elenco di grandi momenti insieme che sarebbe troppo lungo mettere sulla carta, con la certezza però di aver avuto l’onore che all’inizio del tuo luminoso cammino alpinistico avevi salito alcune delle mie vie di arrampicata (Il Lupo… ed altre).
    Testimoni del tuo buon seminato con i “gnari”, sono soprattutto i giovani che ti piangono, li ho visti veramente smarriti ed increduli di non averti più dall’altro capo della corda. Ovviamente anche tu non eri un santo come tutti noi, ma ci mancherai all’infinito.
    Un forte abbraccio a te Beppino e alla tua grande famiglia, da quel 16 Ottobre 2011 lassù potrete formare delle formidabili cordate ogni giorno, con Severangelo, Claudio, Giacomo…… e tanti altri.

    ALBERTO BIBO DAMIOLI

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  4. Io e Sandro partiamo alle 3.30 da casa mia per una corsa in Concarena…dal progetto per la Nord del Cervino, sfumato per una discussione al telefono con Beppe, al diedro dello Spiz di Lagunaz rimandato per la febbre di mio figlio, decido di andare a ripetere finalmente la tanto temuta e irripetuta via Atlantide, aperta da Beppe Chiaf e Matteo Rivadossi nel lontano 1999. Con la macchina risaliamo la strada ripidissima che sale alla Baita Iseo, e ci spingiamo oltre le ultime malghe. Nessuno di noi conosce la zona, e la luce delle nostre frontali di certo non ci aiuta nell’individuare la traccia. Così prendiamo il canalone principale, visibile dalla valle, e lo risaliamo. In 2 ore e 15 minuti raggiungiamo l’attacco di Atlantide. I nostri imbraghi oggi pesano più del solito. Con noi abbiamo circa 40 chiodi, cordoni ed anelli di calata. Non potendo bivaccare causa lavoro, ed avendo ormai giornate corte, avevamo preventivato una discesa in doppia per i 900mt di parete su cui sale la via.
    Ci alterniamo nei tiri, non senza fare fatica nell’individuare la linea a causa dei pochissimi chiodi lasciati e, altra beffa, molti di quei pochi sono nascosti da ciuffi di erba o mimetizzati dalla ruggine. Iniziamo, sosta per sosta, il riattrezzo delle soste, permettendoci magari di spostare la posizione dell’originale su cenge o nicchie vicine.
    Arriviamo sulla cengia detritica mediana disorientati…strapiombi e camini si impennano innanzi a noi. La relazione scaricata dal blog di Beppe non è molto chiara a questo punto della salita. Riusciamo ad interpretarla, per culo, cosi procediamo tutto a dx della cengia in prossimità dell’evidente diedrone del primo pilastro.
    Attrezziamo l’ultima sosta su un solo spit piantato dagli apritori, non potendo piazzare nient’altro a causa della roccia compattissima. Evitiamo la cresta di 250mt da fare a piedi per raggiungere la vetta visto che son gia le 16.00 e ci aspettano almeno 15 calate da fare entro le 3 ore che ci separano dalle tenebre.
    Ed infatti 3 ore sono state, ma con l’unico inconveniente di dover buttare le corde a causa dei massi caduti che le hanno praticamente tranciate in piu punti.
    Tocco il nevaio coi piedi quando mi arriva la triste telefonata di Rossella, la moglie di Beppe. Da quel momento tutto per me si è capovolto…l’ambizione, i progetti, la competitività, un’amicizia, un compagno, i sogni, la certezza e la sicurezza di avere accanto a me il mioamico e compagno di una vita Beppe. Per il resto avete letto tutti sui giornali i risvolti. Un saluto ed un abbraccio vanno in primis alla dolcissima moglie Rossella Chiaf, al papà Luciano e alla mamma Carla, alle sorelle Beatrice Elisa Linda, allo zio Andrea (compagno di Beppe quando ancora era un alpinista “normale”), allo zio Pierangelo e allo zio Mario,con rispettive famiglie. Un abbraccio vorrei rivolgerlo anche a tutti quelli che almeno una volta si sono legati con Beppe, attraverso una corda, una chiaccherata o una suonata. Penultimo, ma non per importanza, all’amico Andrea Tocchini che anche lui, come molti di noi, ha perso il suo Maestro ed amico di nuove avventure e scalate. Una forte stretta di mano ,infine, vorrei rivolgerla a te Schueps (così lo chiamavo), come si fa tra capo e dipendente, da amico ad amico, da compagno a compagno….ciao Guerza

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  5. Tante le domande che mi corrono in testa, tante le volte che ti ho visto in falesia, e ogni volta dopo un tuo incontro andavo a casa con molti pensieri su me stesso, molti erano i sogni che mi scaturivi. Mi ripetevi che non sapevo scalare perché non avevo ancora scalato con te, e io questo in fondo in fondo me lo sentivo reale, oggi questa esperienza non potrò più farla a in cuor mio penso che alla fine sarà come dicevi tu …prima che partissi per l’America ci accordammo per fare la nostra prima salita insieme purtroppo non potrò più apprezzare una scalata nel tuo stile nei posti che amiamo entrambi. E ancora domande a cui non troverò risposta , una delle quali risale a poco tempo fa, quando ho ripetuto una delle tue vie sulla cima di Tredenus, La domande che volevo porti a cui non troverò mai risposta e cosa avevi provato Beppe nel salire e trovarti di fronte una salita di una logica cosi eccellente e divertente? Aime l’unica cosa che mi resta da fare ora e dedicarti questa mia Ripetizione della Federico Giovanni Kurz e augurarti un mondo nuovo pieno di sfide ed avventurose pareti…
    Porgo il mio più sentito cordoglio ai Famigliari.

    Ciao Beppe.
    Massimo Fogazzi

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  6. Oh, when the saints go marching in,
    oh, when the saints go marching in,
    Lord, I want to be in that number,
    when the saints go marching in…

    Credo che nessun Camposanto, solitamente luogo di dolore, sia mai stato così avvolto da alcuni istanti di allegria regalati dalle note di questo spiritual che la tua banda musicale ha innalzato per te al cielo!
    Anche Rossella sorrideva, mentre stringeva al cuore il tuo casco e la tua corda.
    E credo che davvero dovesse essere proprio così l’ultimo saluto per te: allegro come lo eri tu.
    A volte ti chiamavo dicendoti: “Ho bisogno dell’alpinista e dell’idraulico, chi vuoi per primo?” e tu ridendo (sorridevi sempre!) rispondevi a entrambe le mie richieste: nel giro di poco tempo risolvevi i miei problemi idraulici a casa e mi inviavi per la rivista Adamello l’articolo e le foto della tua ultima salita in montagna.
    È successo con la Nord delle Jorasses…
    È successo anche poco tempo fa: ci eravamo sentiti al tuo ritorno dall’America, mi avevi promesso che avresti sistemato il testo del tuo Blog, ricavandone un articolo per il prossimo numero di Adamello, e che avresti scelto le foto…
    Non ne hai avuto il tempo. Il Cervino ti aspettava, ti voleva con sé.
    Ed ora, lungo il cammino che quella musica giovedì scorso ha disegnato nel cielo, avrai sicuramente raggiunto le montagne celesti dove potrai scalare in libertà in compagnia di Claudio e Seve.
    Porta un bacio anche a loro, carissimo Beppe.
    Ci mancherai!
    Rita Chiaudano

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  7. Non lo conoscevo, ma leggevo da poco il suo blog e mi é subito piaciuto il tono scanzonato dal quale si comprende bene la stupenda maniera con cui andava in montagna. Mi ha molto colpito la sua improvvisa scomparsa e per questo volevo fare un pensiero per lui.

    Elvio

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  8. ....Spirito libero, avventura, genialità, energia, forza, concretezza, generosità, coraggio, intelligenza, musicalità…
    Beppe era tutto questo, certo, ma soprattutto era un amico che rimarrà per sempre nei nostri cuori.
    Un amico speciale, per noi della Banda, e ognuno saprà ricordarlo a modo suo, per quello che Beppe ha saputo regalargli.
    Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo da più tempo e di condividere con lui almeno un pomeriggio, una cena, una gita, serberà per sempre il ricordo di un Beppe pronto allo scherzo, generoso, sorridente…
    Per chi, nella Banda, lo conosce da oltre trenta anni, i ricordi vanno ai tanti momenti vissuti insieme, dai pomeriggi passati nel seminterrato delle scuole elementari nella sede della nostra banda dove sin da subito, si capiva che per lui la musica era “facile”, che gli esercizi cromatici venivano senza difficoltà.
    Per i primi passi da solista col clarinetto piccolo, uno strumento reso nobile solo da grandi esecutori, non c’erano problemi, a tal punto che il Tancredi o la Giovanna d’Arco sembravano così semplici e facili, avevi saputo dimostrare sin da subito che il pentagramma era come il cielo stellato di una sera d’inverno: pieno di note nitide e splendenti.
    E poi i pomeriggi passati a musica, a suonare, a giocare e mentre tutti appena usciti inseguivano una palla, Tu ti arrampicavi sui pilastri di mattoni della scuola.
    I ritmi giusti per vivere un’adolescenza serena, ricca di vita, nel rispetto dei valori insegnati dai genitori, dal Maestro Sottini, dalla Maestra Pinessi delle Elementari, da Mina (la prima catechista), dai libri (che in casa tua non mancavano), da don Antonio e da don Claudio.
    Valori che ti segnano e che ti porti dietro; valori che negli occhi di Beppe riuscivi a trovare sempre e comunque, bastava saperli cercare. E nella Banda c’è chi addirittura in quegli occhi ci ha trovato l’amore…e se l’è sposato.
    Nei ricordi ci sono anche i fremiti dettati dalla passione e dalla schiettezza, tra i giovanissimi, che solo negli ultimi mesi l’hanno incontrato alle prove, prevarrà forse l’immagine del Beppe più sanguigno, a volte impaziente, per loro Beppe era anche quello che portava il camion per le percussioni ed i leggii e che brontolava per non mettere la giacca ai concerti, ma che poi quando serviva c’era sempre, anche nelle occasioni non ufficiali come per le pastorelle all’Ospedale civile alla vigilia di Natale.
    Come non ricordare i suoi assolo da far commuovere fino alle lacrime, sotto lo sguardo del Maestro Sottini, per il quale Beppe è sempre stato benevolmente il suo “coccolino”, consapevole che aveva un “qualcosa in più”, sempre e comunque con una capacità musicale interpretativa fuori dal comune non a caso amava l’improvvisazione e il jazz.
    Era così: cercava sempre (e spesso ci riusciva) di essere il numero uno nell’affrontare qualsiasi cosa: la musica, il lavoro, l’alpinismo…
    Beppe senza la montagna non sarebbe stato il Beppe che avete conosciuto per questo ringraziamo chi questa passione gliel’ha trasmessa.
    Beppe senza la musica non sarebbe stato il nostro Beppe, non avrebbe incontrato Rossella, non avrebbe contribuito a costruire gran parte di quello per cui oggi noi amiamo ricordarlo.
    Di certo porteremo con noi le tue note e le porteremo anche lontano sino in olanda, uno dei sogni in cui anche tu credevi, il sogno di cui abbiamo parlato tante sere sino a tardi.
    Un grazie ai suoi genitori per averci regalato Beppe; un grazie a Rossella per avergli donato l’altra metà del cielo; un grazie alla musica ed alla montagna che Beppe viveva e respirava con i suoi amici; un grazie a tutti coloro che con un sorriso, un abbraccio, un rimprovero, un bacio, hanno contribuito al Beppe che abbiamo conosciuto.
    A Rossella e Beatrice dedichiamo ogni lacrima versata in questi giorni, ogni abbraccio che ci ha stretto nel dolore, ogni parola spesa nel suo ricordo. Loro sanno, ci permettiamo di crederlo, che noi ci siamo e su di noi possono contare, ma soprattutto che possono contare su quanto lui ci ha insegnato.
    Ciao Beppe
    la tua Banda.

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  9. Ciao Beppe,
    so che non amavi le persone senza capacità di sintesi quindi cercherò di non annoiarti.
    Mi manchi, mi manchi da morire, mi mancano tutti i tuoi consigli, le tue critiche, il tuo sorriso, le tue battute.
    Ti ringrazio per tutto quello che mi hai dato, che mi hai insegnato, grazie per i meravigliosi momenti passati con te, per le chiaccherate fino a tarda sera, per le tue sfuriate quando caricavi il furgone e per quello che mi dai ancora oggi.
    Grazie veramente di tutto.
    Spero di essere in grado di suonare il tuo soprano come volevi tu, senza quel suono che tu giudicavi da "sfigatello".
    Spero di non deluderti.
    Ciao Beppe
    tuo Sandrino.

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    1. Grazie Ale...
      continua a suonare i suoi sax ... e lui sarà ancor di più con Noi...
      un abbraccio
      Rossella

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  10. Ho avuto la grande fortuna di conoscere Beppe... anche se non sono riuscito a godere di frequente della sua compagnia, perchè io sono un povero uomo normale, appassionato di montagna ma non certo alpinista speciale come lui.
    Però qualche giro in Maddalena in MTB siamo riusciti a condividerlo, insieme a quel pazzo di GiPi con il quale si finiva regolamente a prendere l'aperitivo nel posto dei "fighetti" in centro che si vedevano arrivare noi tre... luridi e infangati.
    E che gran ridere quando Beppe sfilava dai calzoncini 10euro stropicciati e sudati e, soave e sorridente come sempre, li consegnava alla cameriera dicendo"...portaci tutto quello che puoi darci con questi".
    L'altra mattina Beppe è tornato a farmi una visita... in quell'ora dell'alba in cui difficilamente si distingue il vero dai sogni, si è presentato al mio ricordo che ancora assonnato godeva degli ultimi abbracci delle lenzuola... mi ha sorriso e detto poche brevi parole per donarmi ancora una volta quel suo timbro di voce, quel tono scanzonato e scherzoso cui ero abituato.
    Una visita improvvisa e veloce, ma che ha lasciato il segno... come sempre era uso fare il Beppe.
    E io non ho potuto fare a meno di alzarmi di scatto dal letto e scrivere in fretta queste poche righe.
    Te le regalo Beppe, le dono al tuo ricordo ed al ricordo che di te hanno tutti quelli che ti hanno voluto e continuano a volerti bene.

    A BEPPE
    Ricordo il tuo eterno
    dolce sorriso
    aperto e pulito,
    sincero
    come un mattino d’estate
    fresco di vita
    caldo di sole che albeggia
    dal profilo dei monti
    che amavi.
    Vedo le tue braccia immense
    di uomo
    forti di roccia
    e carezze nude
    sul ghiaccio,
    strette ad armare la corda
    che ha legato ed unito
    quel giorno
    il cuore di tutti

    e già le rimpiango
    … pur sapendo
    quali ali nuove d’amore
    t’hanno donato
    per salire più alto e leggero
    di quanto tu mai abbia osato.

    - Aprile 2012 -

    Ciao Beppe... solo ciao! -Marcello Baiguera-

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  11. Grazie Marcello..
    un abbraccio
    Rossella

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  12. Ciao Beppe, sempre con noi

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  13. piccolo grande uomo collega di lavoro ,quando ci trovavamo a caricare nei magazzini cominciavamo a parlare delle sue grandi imprese ed ascoltarlo era una cosa indescrivibile ,sempre corretto e con un entusiasmo da pochi. mi e rimasto nel cuore e nella mente e credo che personaggi del suo calibro ne sianoesistiti pochi .ogni tanto con malinconia guardo le sue vette ,il cielo azzurro e penso CIAO CI VEDIAMO e prega x noi ,e ricordati EL GAT COL PEL ARMANDO SCALVINI

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  15. 21-07-2013

    Dopo tanti concerti impreziositi dai tuoi virtuosismi
    siamo certi che anche a Kerkrade non vorrai mancare per darci il tuo prezioso apporto.
    ciao Beppe!
    Ti aspettiamo.
    LA TUA BANDA.

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  16. ....così.....ti pensavo...come sempre.......ciao guerza....

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